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La sfida è invecchiare in salute: la longevità parte dal cervello

Dall’intervista al Messaggero dello scienziato Ennio Tasciotti – 16 febbraio 2025

Nel 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto la questione dell’invecchiamento in buona salute come una sfida essenziale per rispondere ai cambiamenti demografici e garantire la sostenibilità dei sistemi sanitari.

L’Italia insieme al Giappone è in testa alla classifica dei paesi più longevi al mondo. Abbiamo molto da insegnare al resto dei paesi dove ancora si vive meno a lungo e con minore qualità di vita.

Ennio Tasciotti, inserito dalla Stanford University nell’ 1% degli scienziati più influenti al mondo, dopo aver lavorato per 15 anni in Texas presso il Methodist Hospital di Houston, è tornato in Italia dove ha fondato e dirige lo Human Longevity Program presso l’Irccs San Raffaele di Roma. Intervistato dal Messaggero di Roma ha spiegato che lo Human Longevity Program è un programma di ricerca multidisciplinare innestato nelle attività cliniche e assistenziali già in essere presso l’Irccs San Raffaele di Roma. Il Programma viaggia a due velocità: la dimensione della ricerca di base per identificare nuovi biomarcatori, fare diagnosi precoce e sviluppare terapie personalizzate, e la dimensione clinica dove medici, ingegneri e ricercatori collaborano per sviluppare protocolli all’avanguardia per la riabilitazione cognitiva motoria e funzionale.

Come migliorare lo stile di vita?

Per migliorare la qualità della vita delle persone non più giovani occorre prevenzione e adeguati stili di vita, seguire semplici regole che ci dicono di mangiare meno, come dicevano i nonni: il miglior cibo e quello che non si è mangiato. La restrizione calorica lo dimostrano tutti gli studi e salutare: mangi il 20% in meno e guadagni il 30% in qualità della vita.

Un nemico della salute è certamente la solitudine, per questo dobbiamo dedicare alla parte cognitiva ed emotiva la stessa attenzione che mettiamo negli ambiti classici della medicina. Ci sono studi lunghi trent’anni che esaminano l’aspettativa di vita di chi è solo e di chi è sposato. Si perdono una decina d’anni di vita quando si resta soli quasi quanto si perde a causa del fumo.

La Silver economy

La Silver economy sarà la nuova economia, nel 2050 più del 35% della popolazione sarà over 65, ci sarà tutto un mercato legato ai bisogni di quella parte della società da soddisfare.  Se non ci prepareremo ad affrontare questo cambiamento il sistema sanitario rischierà di scoppiare perché non avremo i fondi sufficienti per far fronte alle necessità.

Non rimanere isolati

Dobbiamo far capire alle persone che la salute è nelle loro mani. Per mantenere il benessere del nostro cervello dobbiamo trattarlo come il resto del corpo, allenarlo, continuare a utilizzarlo, non solo con lo sforzo mnemonico, ma con lo stimolo della relazione e del movimento. L’attività fisica regolare, imparare nuovi sport, nuovi hobby, stimola la creazione di nuove sinapsi: non siamo nati per stare tutto il giorno sul divano! Il movimento aiuta a pulire l’organismo. Camminare ogni giorno, curare l’orto, il giardino, fare le scale ogni volta che si può, continuare a muoversi in ogni fase della vita, anche con una vacanza di gruppo.

Finora ci si è concentrati sulla qualità al corpo ma quello che interessa è la longevità del cervello: possiamo intervenire per migliorare le funzioni cardiache o quelle renali ma se ci abbandona la mente vivere più a lungo in salute è relativo. Il mio obiettivo, dice Tasciotti, è capire i meccanismi molecolari che portano il cervello a perdere funzionalità e trovare un modo per trattare le patologie cerebrali. Perché come possiamo sentirci se viviamo più a lungo ma non abbiamo memoria di chi siamo, dei nostri cari, di quello che è stata la nostra vita?

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